Le polemiche sul 25 APRILE dimostrano l’immaturità di una società che, pur nel sacro rispetto dei caduti, da ogni parte siano stati, non sa ancora affermare, oltre le barriere ideologiche, il concetto supremo di LIBERTA’.
Piero Calamandrei il 28 febbraio 1954 a Milano così affermava:“ La Resistenza non fu soltanto la cacciata dello straniero. Non fu soltanto vittoria contro gli invasori di fuori: fu vittoria contro gli oppressori, contro gli invasori di dentro. Perché il fascismo fu un’invasione che veniva dal di dentro, un prevalere temporaneo di qualcosa di bestiale che si era annidato o ridestato dentro di noi.
Questo fu il significato morale della Resistenza: aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore. Questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza”.
Sotto, il brano sgorgatomi dal cuore quando il 25 aprile 1975, “Poliziotti Carbonari” sfilammo per Via XX settembre a Genova per deporre sotto il ponte monumentale una corona davanti alla lapide dei Caduti della RESISTENZA.
Fummo puniti dall’Amministrazione. Il percorso della democratizzazione di polizia è fatto anche di ostilità, repressioni, incomprensioni. Lo sappiano tutti, specie i giovani. Nelle foto mi rivedo con i marescialli Porfido, Fontana, Pozzolo, l’appuntato Fiorenza, l’agente Coccu, i giornalisti Franco Fedeli, Francalanci.. Un grazie col cuore a loro e ai “Tutori dell’ordine” che tutelano ogni istante la sicurezza, la libertà e la democrazia, di tutti”.
Il disegno è del “poliziotto di luce” Nazareno Giusti.
Vostro, Ennio Di Francesco