Cari Amici, il 14 maggio del 1977, giovani terroristi di “prima linea” uccisero a Milano il brigadiere Antonio CUSTRA, “Tony” per noi carbonari di polizia. Quel vile colpo di pistola, segnò altri destini. Anna, la giovane moglie di Antonio, era in cinta. Tornò a Napoli. Qui, nutrita nel ventre da pianto e dolore, nacque una bella bimba, Antonia. Crebbe nel rimpianto del Papà mai conosciuto. Entrava e usciva da Ospedali. Me ne parlò un’altra vittima degli insanguinati anni di piombo, Mario Calabresi. Le telefonai. Sentii subito la grandezza della sua anima. Le ho voluto bene, come quel papà conosciuto. Con gli amici dell’Associazione Emilio Alessandrini facemmo sorgere ad Ari, paesetto d’Abruzzo, accanto alle altre sculture “Titani della memoria”, anche quella in onore di Antonio CUSTRA. Suggerii il nome: ”Carezze mancate”. Invitai Antonia. Venne da Napoli a scoprirlo, tra il verde ed i fiori. L’accompagnò la sua amica Luciana Nugnes. Fu un momento di dolore, fierezza, catarsi. Pronunciò parole intrise di lacrime: valgono più di mille lezioni. Voleva tornare dal suo “babbo”, confidò. Non mi stupìi quando l’ultima volta al telefono mi disse: “ Ennio, il male mi sta divorando, ma non sono triste. Papà mi sta aspettando. Finalmente ci abbracceremo”. Le dispiaceva per mamma Anna, per gli amici, e per Nettuno, il cane trovatello che dalla spiaggia un giorno l’aveva seguita e non l’aveva mai abbandonata.
Antonia se ne è andata, a quarantanni. Era radiosa, felice. Cara Antonia, dalla luce dove sei col tuo amato babbo, ora abbracci tutti! Hai insegnato la dignità con cui si affronta la vita, vincendo la morte con l’amore. Non ti dimenticheremo mai. Veglia sulla tua straordinaria mamma Anna, e su questa umanità smarrita. Gli scolari di Ari, lo sai, ti hanno dedicato una loro aula e hanno piantato rose dinanzi alla scultura: “Carezze mancate”.
Ciao Antonia, salutami “Tony“. Arrivederci, quando il Signore vorrà. Vostro Ennio