Cari Amici, un forte desiderio mi ha spinto stamane giù dal letto. Era ancora scuro. Avevo voglia di salutarvi, ringraziarvi ( non so quanti siate, forse pochi, pochissimi) per dirvi quanto questa nostra spesso vituperata italica gente sia brava. Merita di più.  Sta affrontando con pazienza, maturità, sofferenza, comprimendo dentro ansia, paura; non pochi il dolore per i propri cari scomparsi senza la loro carezza, questa incredibile brutta avventura del “coronavirus”. Medici, sanitari, farmacisti, tutori dell’ordine, commessi, addetti ai rifiuti, giornalai, tabaccai, e tanti altri. Genitori, giovani, bambini, e nonni nonostante il clima per loro da Rupe Tarpeia. Tutti, da nord a sud, nonostante spesso il gracidio in tv di politici, scienziati, virologi, esperti, soloni, tuttologi. Ci stiamo rivelando un Paese che può tirare qualche lezione! Abbiamo parlato col nostro “io”, dandoci del “noi”.  Con questo spirito, armeggiando al computer, con i sentimenti di un vecchio bambino, sono riuscito a comporre questo post, con immagini e la voce che vi entrerà nel cuore.  Giuliano MONTALDO, ieri da Roma, mi ha onorato della interpretazione delle pagina conclusiva del mio “il ritorno del Piccolo Principe”. Lui il Maestro, il regista, l’attore, che coi suoi film, L’Agnese va a morire, Giordano Bruno, Sacco e Vanzetti e tanti altri, ha scosso le coscienze di  questa nostra dolente umanità in cammino, ha colto i sentimenti di smarrimento nel non vedere sulla Terra ancora piantati i semi dell’albero della pace, portato in dono dal Piccolo Principe. Ma anche la speranza che ciò possa avvenire! Ora tocca a noi tutti, amici! Il groppo mi ha serrato la gola quando sono riuscito ad affiancare alle sue parole, che sono un messaggio e un regalo per tutti, l’immagine fresca e scalpitante del Piccolo Principe, disegnato da Sergio Diella, amico di infanzia, diacono, e quella del Crocefisso di Nazareno GIUSTI, doloroso come la passione di questo splendido poliziotto-artista, amico, che ha deciso di lasciarci a trenta anni, lo scorso aprile, forse per continuare a disegnare dove lo ha voluto il grande Architetto dell’Universo. Ho pianto. Sono uscito in balcone. L’alba sorgeva, radiosa. Ho postato. Ascoltate, sentite con l’anima. Buona ripresa. Vostro Ennio