Cari Amici, il “primo maggio” è un giorno di festa per le conquiste fatte dai Lavoratori per l’affermazione della loro dignità. Per me e’ un giorno triste, e non mi sono mai liberato da questa sensazione. Da quel giorno del 2003 in cui il prefetto Carlo Mosca, allora Capo di gabinetto del Ministro dell’interno Pisano, mi annunciò, mortificato e quasi con le lacrime agli occhi, che nulla aveva potuto. Il veto del Capo della Polizia era stato insormontabile. Ancora una volta. Da quando ero rientrato in polizia in tutti i Consigli di Amministrazione succedutisi, oltre 700 funzionari mi avevano scavalcato, alcuni più anziani e certo con più titoli, ma la maggior parte più giovani e con meno; non pochi anche con procedimenti penali in corso. Quella volta era l”ultima possibilità. Ero stato congedato d’ufficio.
Entrare in polizia era stata la mia scelta di vita. Stavo facendo bene il mio lavoro: prima ufficiale dei Carabinieri con encomi solenni; poi funzionario di polizia, della Farnesina e presso la Presidenza del Consiglio, con riconoscimenti anche internazionali. Perché? nel 2000 presentai il mio primo ricorso. Il giudice ordinario Decise di non avere “giurisdizione” e rinviò al Tribunale amministrativo. Presso il TAR del Lazio, vinsi le prime quattro cause. L’Avvocatura dello Stato intervenne in difesa del Viminale. Ne è conseguito un annoso contenzioso il cui “petitum” è la conferma o meno di ciò che hanno deciso i “Giudici del Tar”. Lo sentirete letto dalla professoressa di diritto del lavoro Roberta Bortone, che ringrazio, allieva di Gino Giugni, padre dello Statuto dei lavoratori.
L’Udienza in Cassazione del 27 aprile è stata giorni fa rinviata. Noi continuiamo con l’intenzione, qualsiasi sia l’esito, di adire la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Siamo convinti la “causa” interessa tutti i Lavoratori, e chi discetta sul “potere della Burocrazia”.
Dice Martin Luther King: “Non so quando, ma il braccio della legge prima o poi arriva”. Gli fa eco Bertold Brecht: “ci sarà un giudice a Berlino?”. Noi aggiungiamo anche a Roma?
Amici, Buon 1° maggio dei Lavoratori. Vostro Ennio Di Francesco
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