Rivedendo le bozze del libro in uscita ( sotto la copertina), ho notato che il 2 aprile ( lui stesso celava scherzosamente l’anno) nasceva Marco PANNELLA. La sorte ci fece incontrare su fronti opposti nel 1975 a Roma dove dirigevo la Sezione “Narcotici” della Squadra Mobile. Lo dovetti arrestare per una sua provocatoria fumata in pubblico di uno “spinello”. Era mio normativo dovere. Definìi la legge del 1958 che avevo dovuto applicare: “ anacronistica e ingiusta”. L’episodio suscitò ampia discussione tra politici, giuristi, sociologi. Il Parlamento cambiò in fretta la legge, nel dicembre dello stesso anno. Nacque tra noi un rapporto di stima e amicizia. Al marcio di “sovversivo” già affibbiatomi per le battaglie per la riforma democratica di polizia, si aggiunse quella di “radicale”. Me la fecero pagate! E’ valsa la pena? In quel periodo la media dei morti per “droga” era di circa 1000 persone, quasi tutti giovani. La nuova legge introdusse il concetto di “prevenzione” differenziò le pene. Istituiì in Servizio Centrale antidroga, interforze. Gli anziani hanno dimenticato. Ma l’ultima sua grande intuizione fu, poco prima delle sua morte, di avere voluto costituire una commissione accreditata all’ONU per il “diritto alla conoscenza” che se fosse applicato eviterebbe l’affermarsi, dopo il deteriorarsi della società liquida di descritta da Zigmunt Bauman, di una dittatura ipertecnologico-finanziara . Ma i giovani neppure sanno chi sia stato Marco Pannella. Sorrido pensando a quanti politici e uomini di governo facevano la fila per andarlo a trovare, mentre era agli sgoccioli della vita. Sopra la breve intervista fattami il giorno del suo funerale, a Teramo. Dice il sociologo Aldous Huxley: i fatti non cessano di esistere anche se vengono dimenticati. Ciao Marco!