Molti hanno visto l’arresto mortale da parte di un poliziotto a Minneapolis di George Floyd, colpevole soprattutto di essere nero, e sentirne l’urlo strozzato: “I can’t breathe”. Il rapporto tra Polizia e Collettività, poliziotti e persone, è tra i più problematici. Sempre e ovunque. Mass media, social, commentatori, sociologi, politici, organismi nazionali e oltre, ora discutono; l’U.E interviene, Stati si accusano, più o meno innocentemente. Negli Usa l’episodio rischia di portare a una guerra civile. Occorrerebbe per un attimo riflettere su quanto fecero i poliziotti italiani lottando duramente dal 1969, negli anni di piombo e golpe tentato, coinvolgendo forze politiche, sindacali, culturali, opinione pubblica, al di là delle ideologie, per conquistare la “riforma democratica” sancita con la legge I° aprile del 1981. Vecchiume, qualcuno dirà! Certo, se si ignorano le sparatorie della polizia sui braccianti, ad Avola e Battipaglia, gli scontri di piazza tra operai, studenti e poliziotti, non pochi rimasti morti sul terreno,..gli Annarumma, Giorgina Masi..e tanti altri. e Pinelli e Calabresi! Quella riforma interessò di fatto tutte le forze di polizia. Qualcuno ha dimenticato. E’ il passato, oggi tutto è scontato! Forse, ma la democrazia si difende giorno per giorno. Il rapporto polizia e persone deve restate sempre coltivato, con consapevolezza, formazione e rispetto reciproci ( per evitare che ci siano ancora i G8, i Cucchi, i Sandri, gli Apicella!). Troppo lungo raccontare qui perché il percorso fissato dalla 121/81 fu interrotto! Lo potrebbe dire qualche “Gilet arancione!”, domenica in piazza. Occorre che quel percorso vada ripreso, con lungimiranza! Come? Ad esempio con un provvedimento simbolico, da spending review: “L’istituzione di Scuole di formazione unitarie per quadri e operatori di base”, carabinieri polizia, finanzieri.,.che per 6 mesi, frequentino “insieme” corsi sulla Costituzione, sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, su Sicurezza Pubblica ed Etica professionale. Insomma integrando l’art. 48 della 121/81 che previde ed attuò la Scuola di Perfezionamento a Roma per i funzionari e gli ufficiali, dirigenti le varie Forze di polizia. Ma chi te lo fa fare? Sei pensionato ed anziano! Qualcuno dirà! Sto rileggendo con commozione in questi giorni un libro che mi diede Norberto Bobbio. Per qualche misterioso destino, fu mio Maestro e mi onorò della sua “testimonianza” ( come volle chiamarla) al mio Un Commissario. Già ottantenne, “De Senectude” ( Einaudi p.172)scrive: “Il futuro della democrazia, posto che essa abbia un futuro, dipende dal duplice processo di democratizzazione: sia dei singoli Stati, che in maggioranza non sono democratici,, sia dalla stessa organizzazione degli Stati, che si regge ancora in ultimissima istanza sul diritto di veto di alcune grandi potenze”. Riflettete amici e magari vedete, se credete, nel link che sotto riporto il filmato, datato ma palpitante, di quel percorso di riforma, purtroppo interrotto, che ha fatto comunque della Polizia Italiana tra le migliori al mondo. Grazie. L’anziano “commissario scomodo” scriverà ancora al Capo dello Stato e ai Rappresentanti di Governo. “Gutta cavat lapidem“, finchè Dio vuole. Vostro Ennio