Trentuno anni fa, il mattino del 21 settembre 1990, Rosario LIVATINO, magistrato della “Sezione misure di prevenzione” presso il Tribunale di Agrigento viene ucciso. Feroci sicari della “stidda-mafia”, speronano la sua auto che percorre la statale Agrigento-Caltanisetta. Lo inseguono mentre fugge nei campi, lo uccidono senza pietà, sparandogli in viso l’ultimo colpo. Nello stesso luogo, a poche centinaia di metri il 25 settembre 1988 erano stato uccisi il magistrato Antonino Saetta con il figlio Stefano molto malato.

Nel maggio 1993, papa Giovanni Paolo II incontrò nella loro casa di Caltanisetta i genitori di Rosario, che aveva annotato sul suo diario la frase: “Quando moriremo ci sarà chiesto non quanto siamo stati credenti, ma quanto siamo stati credibili!” .

Papa Giovanni Paolo II pronunciò nella Valle dei Templi il suo tremendo anatema contro la “mafia”, che risuona nelle coscienze di tutti.

Ad Ari, piccolo paese d’Abruzzo, fra i campi, in un’aiuola circondata da fiori, sorge la scultura dedicata a Rosario LIVATINO.

Le nuove generazioni debbono sapere da quali sacrifici provengono la libertà e i diritti di cui tutti fruiamo. Ora in qull piccolo paese ci sono 40 sculture dedicata ai “Titani della Memoria”, di cui 12 con Qcode in cui sono i “ragazzi” a raccontare chi siano Emilio Alessandrini, Giovanni Falcone, Antonio Custra, Paolo Borsellino, Emanuela Loi.., tantialtri e  il beato Rosario LIVATINO ” martire di fede e giustizia”.  Vostro Ennio


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