Domani 25 aprile, in Italia si celebra il giorno della Resistenza e della liberazione dal nazifascismo. La sua valenza diviene simbolo di ribellione contro ogni sistema che opprima dignità della persona, libertà, democrazia. Deve essere un momento di “Riconciliazione, ma non di confusione!”. Quanta continuità delle parole di Piero Calamandrei, padre della nostra Costituzione: “Il compito della Resistenza non è finito” e quelle recenti di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna: “ essa celebra i valori fondanti del nostro Paese. Ricorrenze come la fine della guerra e la Liberazione dell’Italia e dell’Europa dal nazifascismo, sono feste in cui tutti si possono riconoscere”.
Bisogna, a mio avviso, costruire dalla Memoria, dai campi di sterminio ai lager, una “nuova Resistenza” per la vera pace nel mondo, eliminando nell’Umanità ogni virus di aggressione, di violenza, di morte. Il monito di Norberto Bobbio, mio maestro, è oggi più palpitante: “ essere sempre democraticamente vigilanti!”. Oggi, 24 aprile si ricorda il genocidio del popolo armeno. Vostro Ennio